Quando si accendono i riscaldamenti: le regole in Italia
Con l’avvicinarsi dell’inverno, è normale chiedersi quando sia possibile accendere gli impianti di riscaldamento per combattere le temperature gelide che invadono casa. In Italia, le normative stabiliscono periodi specifici a seconda delle fasce climatiche, un sistema ideato per bilanciare il comfort termico con l’efficienza energetica.
Questo calendario di accensione aiuta a ottimizzare i consumi e a limitare le emissioni, ma le date variano a seconda della zona in cui si vive.
Ecco, quindi, una guida dettagliata su quando si accendono i riscaldamenti in Italia, per prepararti al meglio alla stagione fredda.
Ecco, in base al calendario, quando si accendono i riscaldamenti
Nella lotta all’inquinamento, la legislazione ha deciso di regolare anche l’uso degli impianti termici, per evitare sprechi che altrimenti contribuirebbero all’accumulo di CO2 nell’aria. Nel dettaglio, le normative italiane suddividono il territorio in sei zone climatiche, da A a F, in base alle temperature medie e alle condizioni atmosferiche di ciascuna area.
Queste regole sono stabilite dal D.P.R. 74/2013, che definisce le fasce climatiche, i limiti di accensione e spegnimento e la durata giornaliera del funzionamento degli impianti di riscaldamento. Inoltre, la normativa stabilisce un limite massimo di temperatura interna: 19 °C, con una tolleranza di +2 °C per abitazioni e uffici, mentre per edifici industriali e artigianali il limite è di 18 °C, sempre con una tolleranza di +2 °C.
Questo sistema permette una gestione energetica più sostenibile, regolando il periodo di funzionamento degli impianti per ogni zona. Inoltre, superare i limiti orari, di temperatura o di periodo stabiliti può comportare sanzioni amministrative che vanno da 500 a 3.000 euro, come previsto dall’articolo 15 del Decreto Legislativo 192/2005.
Ma vediamo di seguito quando si accendono i riscaldamenti in ciascuna fascia:
- Zona A. Comprende le aree più calde d’Italia, come alcune località della Sicilia e della Calabria. I riscaldamenti possono essere accesi dal 1° dicembre al 15 marzo, per un massimo di 6 ore al giorno.
- Zona B. Anche in questa fascia climatica si trovano zone dal clima mite, prevalentemente nel sud Italia. I riscaldamenti possono essere accesi dal 1° dicembre al 31 marzo, per un massimo di 8 ore al giorno.
- Zona C. Questa zona include città come Napoli e Genova, con inverni moderati. Qui i riscaldamenti sono consentiti dal 15 novembre al 31 marzo, per un massimo di 10 ore al giorno.
- Zona D. Include gran parte delle città del centro-nord, come Roma e Firenze. In questa fascia, i riscaldamenti possono essere accesi dal 1° novembre al 15 aprile, per un massimo di 12 ore al giorno.
- Zona E. Le città del nord Italia, tra cui Milano e Torino, rientrano in questa zona. Qui il periodo di accensione va dal 15 ottobre al 15 aprile, con un massimo di 14 ore al giorno.
- Zona F. Questa zona è destinata alle località di montagna con temperature molto rigide, come le Alpi e le Dolomiti. In questi casi, non ci sono limitazioni di periodo o di ore di accensione, dato il clima particolarmente freddo.
Eccezioni e regolamenti speciali per avviare gli impianti
Sebbene il calendario di accensione sia ben definito a livello nazionale, esistono eccezioni che permettono di anticipare o posticipare l’utilizzo dei riscaldamenti in casi particolari, adattandosi meglio alle condizioni climatiche locali. Ad esempio, a Roma, per la stagione invernale 2024-2025, un’ordinanza del sindaco ha stabilito che l’accensione dei riscaldamenti possa avvenire dal 15 novembre 2024, con spegnimento previsto per il 7 aprile 2025, e un massimo di 11 ore giornaliere, comprese tra le 5:00 e le 23:00. Questa decisione è stata presa per ridurre i consumi energetici, considerato il clima mite della città nell’ultimo periodo.
In altre città, come nelle aree montane più fredde, è invece possibile che il riscaldamento venga anticipato o prolungato rispetto ai limiti nazionali, per garantire sempre un ambiente confortevole e sicuro. Per edifici sensibili come scuole, ospedali o strutture per anziani, le autorità possono autorizzare l’accensione anche fuori dai periodi standard per proteggere la salute dei residenti.
Per le abitazioni private, è sempre possibile integrare il riscaldamento con modalità alternative, come stufe elettriche o pompe di calore, che non rientrano nei limiti normativi.
È quindi consigliabile verificare le disposizioni specifiche del proprio Comune e, in caso di dubbi, contattare l’amministrazione locale per informazioni aggiornate.
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